Castelvero

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venerdì 9 febbraio 2024

ALCUNE NOTIZIE STORICHE SU CASTELVERO del 1628 (S. Valdegamberi)

 

ALCUNE NOTIZIE STORICHE SU CASTELVERO del 1628 (S. Valdegamberi)

Abbiamo visto che nei primi del Quattrocento le più antiche famiglie di Castelvero furono i Filipozzi, i Brun e i Vanzo. Nel Cinquecento compaiono a Castelvero i Zandonà. L’estimo del comune di Castelvero redatto il 15 giugno 1628 - come tutti gli estimi - era uno strumento per la riscossione delle tasse. Esso raccoglieva informazioni “delli beni, teste et bestiame” secondo la stima fatta da Vincenzo dei Vanzi (di Vanci), Biasio Filippozi (Filipoci) e Iseppo detto Meglior. Gli estimatori furono eletti nella vicinia generale a cui partecipavano tutti i capi-famiglia del comune di Castelvero, secondo gli ordini ricevuti dalle autorità veronesi, previo giuramento. L’estimo fu presentato il primo settembre 1628 tramite il notaio del comune Domenico Filippozi. Da questi documenti ricaviamo molte informazioni sulla comunità di Castelvero. Le famiglie di Castelvero erano allora le seguenti: Giacomo Filipoci del fu Michele, due teste (adulti soggetti all’imposta) con due bovi, nessuna vacca e una mula; gli eredi di Gian Antonio Filipoci, una testa, senza bovi e vacche; Bernardo Filipoci, due teste, nessun bove e nessuna vacca, una mula; Zen del fu Zan’Andrea di Zandone (Zandonà), una testa, nessun bue e vacca; eredi q. Mathio di Zandone, una testa; Nadal di Zandone, una testa, nessun bue o vacca; eredi q. Domenego di Vanti, due teste, due buoi, nessuna vacca, un mulo e un “paro de menzeti”; Thomaso di Vanci, una testa, nessun bue o vacca, un paio di manzette; eredi di Zen di Vanci, due teste, due vache, nessun bue; eredi del fu Thomaso dal Brun, una testa, nessun bue o vacca, una manzeta; Graviadio del fu Giacomo del Brun, una testa, nessun bue o vacca; Biasio del fu Pelegrin Filipoci con sei pecore; Domenego Filipoci, una testa, nessuna vacca o bue; Marchioro del fu Thomio Rovegia, una testa, nessuna vacca o bue; eredi del fu Thomio del Brun; Gian Maria del Brun, teste una; eredi del fu Andrea Filipoci; Francesco Canalle con nove pecore; Rugiero Righeti con una manzeta; Vincenzo del fu Odoardo del Brun; Isepo del fu Antonio detto Meglior con un manzeto; eredi del fu Antonio del Brun con un asino. Tutti i terreni di Castelvero erano debitori del livello alla nobile famiglia cittadina Da Campo, che li acquistò all’asta dalla Camera Fiscale che gestiva i beni comunali di Verona. Infatti, nei primi del Quattrocento i Veneziani, giunti al comando della città di Verona deciso di “privatizzare” i beni comunali, per rimpinguare le casse pubbliche. Mentre la famiglia veneziana degli Emo – che furono anche Capitani della città di Verona - s’impossessò di Vestena, quella veronese ma d’origine trentina dei Da Campo, acquistò i diritti di livello sul comune di Castelvero. Nel 1628 tutte le partite elencate nell’estimo pagavano annualmente il livello perpetuo al signor Graciadio Campo. Quest’ultimo possedeva, inoltre, due pezze di terra acquistate nell’anno 1575 per le quali, ovviamente non pagava livello a se stesso, ma erano parimente valutate nell’estimo: una in località chiamata le pozze, in capo al brolo del sig. Campo e una pezza di terra prativa con vigne nella località chiamata le Are, acquistata da Pietro del fu Tommaso del Brun, confinante con il suo stesso brolo e la strada comune. Questo lascia presumere che accanto al brolo vi fosse anche un’abitazione di sua proprietà. L’estimo riporta una serie di proprietari “forestieri” che possiedono terreni nel comune di Castelvero ma risiedono in altri comuni: Antonio del fu Simone Tebaldi di Campo de la Fontana; Chrestan Cramar di Azerino; Michele del fu Domenego Gambaron di Badia Callavena; Valerio di Costalonga del Comun di Tregnago (Costalunga passò sotto la giurisdizione di Badia Calavena nel 1629); Andrea Baldo del comune di Vestena; Mathio dal Gonzo di Badia Calavena.

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