Castelvero

Castelvero

venerdì 9 febbraio 2024

IL CASTRUM VETERUM e i Maccadanza (S. Valdegamberi)

 

IL CASTRUM VETERUM e i Maccadanza (S. Valdegamberi)

Il nome Castelvero trae origine dalla parola latina Castrum veterum, castello vecchio. Il vecchio castello si trovava a Castelvero sul monte che si alza alle spalle della contrada Macadanzi, che nei toponimi del Seicento è riportato come “Castello”. Sulla sommità si vedono tuttora delle mura ma è molto probabile che il materiale dell’antico castelliere, probabilmente d’epoche preistoriche, fosse stato usato per costruire le abitazioni della contrada sottostante. Qualche anno fa visitai quel luogo chiamato ora monte Castellaro: mi ricordo delle grosse mura in pietra basaltica esagonale sopravvissute. Per terra, lungo il sentiere che porta all’antico maniero ho raccolto dei frammenti di coccio dell’età del bronzo. Una signora mi disse che il prato rivolto a mezzogiorno si chiama “castello”. Negli estimi del 1628 vi abitava Isepo del fu Antonio del Melior. Negli estimi del 1652, quando aveva 72 anni, era riportato come “Isepo del Melior over Macadanza”: da lì in avanti il “del Melior” scomparve e tutti i suoi discendenti furono chiamati “Macadanza”. Egli possedeva 28 campi di terra arativa, boschiva, coltivata con vigne e alberi da frutta, nella località chiamata del Castello, tra il monte, la valle e la via comune. Possedeva inoltre un piccolo appezzamento di terra in località di Castelvero chiamata di San Biagio. Pagava ogni anno ai conti Da Campo - che nel Quattrocento comperarono all’asta dalla Camera Fiscale di Verona le rendite sul comune di Castelvero - 65 ducati come livello perpetuo, un paio di galline del valore di 20 ducati, e delle castagne per il valore di 8 ducati. Egli possedeva in quell’anno un paio di vacchette. Negli estimi del 1628 si cita della terra arativa di Marcantonio del Brun in contrà dei “Casali di Machadanzi”, confinante con Isepo del Melior e con la strada vicinale “che va dali Machadanzi”. Credo, pertanto, che in questo caso la località abbia generato il cognome e non, come spesso accade, il contrario. Può anche essere che “Machadanza” fosse stato da tempo un soprannome dei “del Meglior” che vivevano in quella contrada. Nella località Castello è indicata una riva che in fondo finisce in un fossato: la “Fosa dall’aqua”. Sempre presso il Castello, nella parte tramontana, Domenico figlio di Graziadio dal Brun nel 1639 possedeva una boscaglia “garba”, “de drio al Castelo”, confinante con la via comune, gli eredi di Antonio del Brun e Isepo del Melior: questa era rimasta non ben quantificata, non ancora perticata, ovvero misurata a pertiche. Nel 1709 troviamo Macadanza Giovanni e Macadanza Carlo, ciascuno dei quali possedeva 19 campi di terra. Nel 1750 Bartolomio Macadanza con 14 campi e egr. Messer Carlo Macadanza con 27 campi di terra.

Damiano Maccadanza Mario Maccadanza Davide Maccadanza Damiano Maccadanza Sofia Maccadanza Davide Maccadanza Rosy Maccadanza Sara Maccadanza Roberto Maccadanza


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